di Redazione
Pubblichiamo la lettera di Yousef Salman, Presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, diretta all’ANPI Nazionale riguardante le accuse di antisemitismo da parte del Presidente dell’ANPI di Milano Roberto Cenati verso la Comunità Palestinese in Italia, criticando inoltre la collaborazione dell’ANPI di Roma con quest’ultima.
Al Presidente ANPI Nazionale,
Al Presidente ANPI Roma,
Ho sentito con sorpresa le parole del presidente dell’ANPI di Milano, signor Roberto Cenati, intervistato da pagine ebraiche.
Il signor Cenati lancia accuse di antisemitismo, a noi e alle manifestazioni che abbiamo promosso come Comunità Palestinese in Italia, il 27 Giugno in molte città d’ Italia, per protestare contro l’annessione coloniale dei territori occupati della Palestina. All’ annessione ad Israele, annunciata dal suo governo per il 1° Luglio e che riguarda più del 30% dei territori occupati palestinesi compresa le colonie e la Valle del Giordano, si oppongono le Nazioni Unite, l’Unione Europea ed anche I paesi arabi, compresi quelli che sono alleati degli Stati Uniti e persino il primo Ministro Inglese, cosi come si oppongono e considerano contraria alla legalità internazionale l’ occupazione militare che dura ormai da 53 anni, le demolizioni delle case, le torture e gli abusi sui minori, l’embargo di Gaza, la detenzione amministrativa, la continua opera di evacuazione, o come è stata denominata da Betselem, associazione israeliana per la difesa dei diritti umani, “deportazione lenta” e crimine di guerra.
Questo signor Roberto Cenati lei lo considera antisemitismo? Noi pensiamo che sia la difesa del diritto e della legalità internazionale quella che è stata conquistata dopo la seconda guerra mondiale e che è costata la vita a milioni di persone, e dei partigiani, che cosi indegnamente, per negare il diritto alla libertà del popolo palestinese, lei dovrebbe rappresentare.
Ho detto sorpresa ma in realtà era sconcerto, dolore, rabbia nel sentire un esponente dell’ Anpi che amiamo e rispettiamo per il ruolo svolto dai Partigiani di ogni credo politico ,nella lotta di Liberazione dal nazifascismo, ma anche per il ruolo che svolge nel tenere viva la memoria e l’impegno affinchè il fascismo e il nazifascismo, così come il razzismo siano fuori dalla storia e dai gesti quotidiani, si prestasse e sopratutto esprimesse delle posizioni che certamente non rappresentano i valori dell’ ANPI.
Noi non siamo anti-semiti, noi stessi siamo semiti, noi distinguiamo nettamente tra gli ebrei e lo Stato di Israele. Yasser Arafat aveva nel suo primo governo, un ministro ebreo, Hilan Halevi, ebreo nato in Israele, è stato anche rappresentante dell’ Olp nell’ Internazionale Socialista. E potremmo fare altri esempi.
Il 15 Novembre del 1988 ad Algeri abbiamo abbandonato il sogno di uno Stato , nella Palestina storica, per tutti i suoi cittadini, un uomo, una donna e un voto, per accettare che ci fosse una terra per due popoli e due Stati. Abbiamo definito i nostri confini, quelli della linea verde del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa. Israele non ha mai definito i propri confini, ha tenuto aperto il sogno sionista che in questi anni con la crescita dei coloni verso il folle piano sionista della “Grande Israele”.
Vorrei ricordarle che il sionismo è stato considerato di razzismo dalle Nazioni Unite, fino al ’93, quando sono stati fatti gli accordi di Oslo e si credeva che ci sarebbe stata la pace e la fine dell’ occupazione militare israeliana.
La pace ci riguarda caro Signor Cenati malgrado la sua opinione contraria e riguarda la Palestina e Israele.
Si vogliamo vivere in pace sulla nostra terra senza il tallone di ferro dell’occupazione militare israeliana, senza vivere nell’apartheid, senza il razzismo, in uguaglianza di diritti. Vorrei anche ricordarle la frase di Nelson Mandela che ha sempre sostenuto la lotta del popolo palestinese: “non saremo mai liberi fino a ché la Palestina non sarà libera”.
E se lei invece di esprimere giudizi senza conoscenza leggesse qualche storico, o giornalista israeliano oppure si documentasse sui rapporti delle Nazioni Unite redatte spesso da esperti di origine ebraica, si renderebbe conto che quella che lei chiama l’unica democrazia si è fatta in questi ultimi 20 non solo razzista verso il popolo palestinese ma, anche al suo interno.
Le alleghiamo il documento che abbiamo formulato per la convocazione della manifestazione, lo legga e cerchi di liberare il suo cuore e la sua mente dai pregiudizi e della propaganda. Sarà un bene anche per il pezzo di Anpi che lei rappresenta. Il documento è sottoscritto da molte organizzazioni e associazioni, compresi tra gli altri, la Cgil, l’Arci, la rete della pace e del disarmo, la Fiom, Pax –Christi diversi parlamentari e rappresentati della società civile.
Siamo particolarmente riconoscenti all’ Anpi nazionale, a quella di Roma e molte altre Anpi locali, per essersi pronunciati per la libertà e giustizia per il popolo palestinese. Noi ci sentiamo in dovere di essere presenti alle manifestazioni del 25 aprile, e ci auguriamo che presto anche il popolo palestinese potrà festeggiare il suo 25 aprile e la sua Festa di Liberazione.
“L’ULTIMO GIORNO DI OCCUPAZIONE SARA’ IL PRIMO GIORNO DI PACE” – Marwan Bargouthi
Roma, 20/6/2020
Dott. Yousef Salman
Presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio