di Simone Antonioli (GC Crema)
Una folla immensa si è radunata lo scorso 26 giugno in Piazza Sempione a Milano per celebrare l’edizione del Pride 2021.
Tra le tante organizzazioni presenti anche noi Giovani Comunisti/e della Lombardia che abbiamo portato i contenuti della campagna “L’arcobaleno non basta”, con la quale intendiamo smascherare l’ipocrisia delle multinazionali che si ergono a paladine dei diritti civili tingendosi di arcobaleno mentre sfruttano i lavoratori, e sollevare problematiche diffuse ma di cui si parla troppo poco.
Tra queste rientrano il tasso di persone trans che si suicidano a causa delle discriminazioni e violenze che subiscono quotidianamente mentre la destra nega la necessità di una legge contro l’omobitransfobia, la mutilazione medica delle persone intersex senza il consenso di queste ultime che a nostro parere dovrebbero essere libere di scegliere e gli stupri riparatori a danno degli asessuali.
Una campagna dai tratti anticapitalisti per affermare che non bastano parole di solidarietà per cambiare le cose, ma azioni concrete.
Bisogna scendere in piazza per la piena parità tra tutti gli individui non solo contro il Vaticano e la destra che mettono i bastoni tra le ruote al progresso, ma anche contro la pseudo sinistra che batte i pugni per il DDL Zan mentre serve ai padroni su un piatto d’argento lo sblocco dei licenziamenti.
Non sarà questa classe politica a dare alla comunità LGBTQIAPK+ l’emancipazione che cerca, ma chi riempirà le varie piazze come i giovani che negli ultimi mesi hanno manifestato per chiedere l’approvazione del DDL Zan ad oggi ancora bloccato dall’ostruzionismo leghista in Commissione al Senato ben 8 mesi dopo l’approvazione alla Camera.
Osare lottare, osare vincere!