di Eridan
Sabato ci siamo recati con una piccola delegazione delle/dei Giovani Comunisti/e Bologna al presidio delle lavoratrici e dei lavoratori della Saga Coffee di Gaggio Montano, negli appennini tosco-emiliani della provincia di Bologna.
L’azienda è l’ennesima vittima delle procedure di delocalizzazione verso altri stati aventi manodopera a basso costo che molti padroni in questi anni hanno avviato per risparmiare, mettendo in mezzo ad una strada centinaia di famiglie, in questo caso circa 220 persone, in una zona montana in cui la chiusura di uno stabilimento avente tali numeri è decine di volte più impattante per la popolazione locale ed il relativo tessuto economico.
Della fu “valle del caffè” nel bolognese resta ormai il ricordo così come tanti altri plessi industriali del Paese vittima della totale assenza di controlli dello Stato nei confronti delle multinazionali e delle grandi imprese ma anzi di politiche che hanno favorito la speculazione su interi settori a scapito delle lavoratrici e dei lavoratori.
In questa delicata fase, in attesa delle trattative per il salvataggio dell’azienda, con l’ipotesi di acquisto da parte di un altro imprenditore, le lavoratrici e i lavoratori in presidio dal 4 novembre continueranno il loro presidio permanente davanti la fabbrica, pronti a continuare la lotta anche durante le “feste”.
In questo contesto abbiamo intervistato davanti al presidio Rudi Pesci della Fim-Cisl.