Rifondazione e i/le GC Emilia-Romagna per la scuola pubblica

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di Giovani Comunisti/e Bologna

Riportiamo il testo dell’ordine del giorno proposto dai compagni Gandini, Strambaci, Gjoni, Valentini e Soriani al Congresso regionale dell’Emilia-Romagna del PRC-SE e approvato all’unanimità sul tema della scuola.

“L’azione delle/dei Giovani Comuniste/i e di Rifondazione Comunista in Emilia-Romagna non ha tralasciato in questi anni il fronte dell’istruzione e delle politiche giovanili. Le istituzioni scolastiche e universitarie della nostra Regione, vittime di anni di scarsi finanziamenti e logiche privatistiche e dirigiste, si sono trovate impreparate nei confronti della pandemia e non hanno saputo affrontare il drammatico contesto in cui si sono trovate ad operare. Ad aggravare ciò la pessima organizzazione delle forniture sanitarie agli insegnanti operata dall’Assessore Donini, il quale alle rimostranze dei sindacati e del PRC stesso non ha fatto altro che rispondere con promesse mai mantenute.

La pandemia da Covid-19 ha comportato, a causa della quarantena, lunghi periodi caratterizzati dall’insegnamento a distanza sia nelle scuole che nelle università. La didattica a distanza, come denunciato da movimenti, sindacati, lavoratori e lavoratrici della scuola, genitori, studenti e studentesse ha minato notevolmente la possibilità di accedere all’istruzione, diritto garantito dall’art. 34 della Costituzione e peggiorato sensibilmente il contesto lavorativo per insegnanti e personale scolastico. Le famiglie povere e prive di mezzi si sono trovate da un giorno all’altro costrette a far fronte alle ingenti spese per mantenere i figli a casa, a cui il buono del governo per l’assistenza famigliare, di breve durata, a ben poco è servito. A tutt’oggi la rete internet non copre l’intero territorio regionale, in particolare nelle località montane e le apparecchiature necessarie, nonostante alcuni casi sporadici di incentivi, comportano investimenti che molte famiglie non possono permettersi. La diretta conseguenza è stata un incremento dell’abbandono scolastico, in particolar modo negli istituti tecnici e negli istituti alberghieri, specie in Romagna, causato dalla pandemia.

Neanche chi ha usufruito della didattica a distanza può dire di aver ricevuto un’adeguata istruzione, è assai difficile seguire per più di tre ore filate le lezioni, spesso con pause non rispettate per riposare la vista e con notevoli difficoltà per materie che necessiterebbero dell’ausilio di laboratori o particolari attrezzature. Secondo un sondaggio effettuato dalle/dai Giovani Comunisti/e dell’Emilia-Romagna vi è stato un incremento di malattie psicofisiche dovute al disagio sia fisico che mentale dell’assistere per ore a videolezioni, in certi particolari casi degenerato in patologie depressive.

A ciò si aggiungono le notevoli criticità dovute alla pessima organizzazione del trasporto pubblico locale e regionale, vittima anch’esso di speculazioni e privatizzazioni, che ha generato, in una regione caratterizzata da un elevato pendolarismo, elevatissimi disagi nel trasporto degli studenti e delle studentesse ai plessi scolastici e universitari.
Sul fronte universitario in particolare, nonostante la pandemia si continua con la follia di limitare l’accesso agli studenti alle facoltà di Medicina ed i disagi connessi con una ripresa della speculazione edilizia finalizzata agli studentati di lusso, specie in realtà studentesche come quella di Bologna.

La situazione generale del personale scolastico rimane compressa tra una eterna precarietà e il largo uso dei/delle lavoratori/trici in appalto per i servizi scolastici, con contratti che non sono in grado di garantire remunerazione, diritti e tutele pari allo stesso livello d’inquadramento a quelle del pubblico impiego. Su tal fronte Rifondazione Comunista ha promosso e partecipato a mobilitazioni di insegnanti come quelle di Reggio Emilia, sostenendo le istanze dei lavoratori e lavoratrici dell’istruzione.

Il congresso del PRC dell’Emilia-Romagna impegna il gruppo dirigente ad intensificare la lotta per la scuola pubblica, laica e universale, per la gratuità dell’accesso all’istruzione per ogni ordine di studio, per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, a partire dalla parificazione delle condizioni di lavoro del personale in appalto rispetto a quello diretto e per il miglioramento del trasporto scolastico pubblico. “

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