di Eridan
Abbiamo colto l’occasione della partecipazione dello street artist e tatuatore bolognese Sharko alla festa di Liberazione di Bologna per fargli alcune domande.
Da quanto tempo ti dedichi all’arte ed al graffitismo?
Da nove anni circa.
Spesso raffiguri animali marini, da dove viene l’ispirazione?
Forse dalla voglia di andare in vacanza, amo molto il mare e gli animali marini. Ho iniziato per gioco, nel mio paese ci annoiavamo e quando aprì un negozio di spray fu una occasione per svagarsi.
Com’è il contesto bolognese per gli street artist? Diverse giunte comunali si sono dedicate alle battaglie contro il graffitismo definendole “lotte contro il degrado”…
Purtroppo non solo le amministrazioni comunali, a prescindere dal loro colore politico, si sono dedicate a questa “lotta”, il problema riguarda tutta l’Italia, siamo un Paese indietro da questo punto di vista, i murales e altre forme d’arte di strada non sono ancora capite e apprezzate dalle persone. La gente tende purtroppo a fare di tutta l’erba un fascio e mettere nello stesso calderone i graffiti intesi come forme d’arte con le scritte sui muri fatte da chi deve solo sfogarsi o rovinare i beni comuni, non esattamente una forma di espressione artistica.
Ma ci sono Paesi che hanno valorizzato queste forme d’arte?
Guarda un esempio classico è la Germania, a Berlino i graffiti sono diventati un fenomeno turistico. Ci sono persone che visitano la città solo per vedere i murales sui palazzi, gente comune che però rimane impressionata da questi enormi murales fatti da artisti noti, spesso con i contributi anche delle istituzioni. In Italia questa valorizzazione di tale forma d’arte non c’è, nonostante siamo stati uno dei Paesi che nella storia ha più di tutti finanziato e appoggiato gli artisti.
Che formazione è necessaria per fare i murales secondo te?
Non è necessaria una formazione scolastica, bisogna essere abili nel disegno ed è ciò la base di tutto. Ho iniziato da solo poi ho iniziato a confrontarmi con gli altri, in particolare altri artisti famosi della mia città, non ho dei veri e propri maestri ma ho semplicemente cercato di ispirarmi alle opere che già vedevo intorno a me o anche ad artisti non legati alla street art. Mi piacciono ad esempio Dalì o Leonardo Da Vinci, in generale mi ispiro anche ad artisti di diverse forme d’arte rispetto a quella che faccio io.