È appena finito il secondo trimestre del 2019 e siamo obbligati a prendere tristemente atto che in quella che si definisce una Repubblica fondata sul lavoro è invece un cimitero, un cimitero di lapidi che riportano tutte lo stesso epitaffio: “Morto sul lavoro”.
I numeri sono quelli di una strage: come emerge dagli ultimi dati pubblicati nella sezione “Open data” del sito Inail nei primi cinque mesi del 2019 i casi mortali denunciati sono stati 391, a cui vanno aggiunti i casi di decessi in itinere e i 14 casi (noti ad oggi) di giugno per un totale di circa 620. Secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna, che monitora tutti i luoghi di lavoro (non solo gli assicurati INAIL) invece, dall’inizio dell’anno i morti sono 672. A prescindere dalle questoni formali di iscrizione il trend si mantiene in linea con quello del 2018, che vedeva un aumento del 6% rispetto al 2017. Stiamo parlando di una media di 3 decessi al giorno compresi festivi, mentre resta sostanzialmente stabile il numero delle denunce di infortunio non mortale sul lavoro.
In un sistema già carente in materia di controlli e che vede dal 2008 subappaltata legalmente a privati una materia cosi delicata come la sicurezza sul lavoro, il “governo del cambiamento” ha preso decisi provvedimenti in materia con tre decreti interministeriali Lavoro-MEF: la recente manovra economica ha visto un abbassamento delle tariffe dei premi INAIL fino al 50% anche sulle lavorazioni più pericolose, con un risparmio previsto per i padroni che si aggira intorno a 1.7 miliardi di euro. Miliardi di euro che andranno a influire sulle liquidazioni per malattia professionale e infortuni causanti invalidità permanente. Miliardi di euro che saranno I LAVORATORI a pagare sulla loro pelle, con il loro sangue e il loro dolore.
SGB condanna questo sistema che fagocita esseri umani, che li rende ingranaggi sostituibili, da cambiare e gettare via quando un loro difetto mette a rischio il ritmo produttivo. Sgb continuerà a battersi per condizioni di lavoro più umane e dignitose, perchè ogni lavoratore abbia la certezza, a fine giornata, di poter tornare a casa.
Come SGB stiamo elaborando una proposta a tutela della vita
e della sicurezza dei lavoratori, tra le nostre richieste:
– Responsabilità penale per le aziende che vengano trovate mancanti in materia di sicurezza;
– Più controlli da parte dell’INAIL e degli altri enti preposti: uno all’anno in ogni azienda e fino a tre per le lavorazioni pericolose;
– Tutela e impossibilità di licenziamento del lavoratore che denunci violazioni alle norme di sicurezza, ove queste venissero accertate;
– Invio di un ispettore per qualsiasi comunicazione di nuovo cantiere e apertura di nuova azienda;
– Più poteri per gli RLS, proposti ed eletti direttamente dai lavoratori senza ingerenze sindcali di alcun tipo.
SGB vi aspetta il 15/7 alle ore 10 davanti alla sede INAIL di Bologna in Via Gramsci 4 per un presidio di protesta.
Facciamo sentire la nostra voce: RIPRENDIAMOCI LA VITA, BASTA MORIRE DI LAVORO!