di Eridan
43 anni fa l’omicidio di Francesco Lorusso da parte di un agente di polizia. Siamo nel 1977 nel pieno della nuova ondata di movimenti di contestazione al potere democristiano imperante e di nuove lotte dei lavoratori e lavoratrici. La maggior parte dei promotori del movimento viene dalla sinistra extraparlamentare, in quegli anni decine sono le sigle politiche a sinistra del PCI, una delle più note è sicuramente Lotta Continua, anche se formalmente sciolta nel 1976, continua a pubblicare il suo giornale.
L’11 marzo, durante una assemblea di Comunione e Liberazione, il servizio d’ordine democristiano aggredisce cinque militanti di Lotta Continua, ne nasce una contestazione da parte dell’organizzazione di sinistra che si raggruppa fuori dall’Istituto di Anatomia in maniera pacifica, gridando slogan contro i ciellini, questi ultimi si barricano nell’aula dell’assemblea e fanno chiamare le forze dell’ordine.
Le forze di polizia accorrono e sgomberano con la forza i manifestanti, facendoli scappare verso Porta Zamboni, poi verso via Irnerio, dove vengono bloccati da una colonna della polizia che spara anche alcuni colpi senza conseguenze. Infine in via Mascarella, dove alcuni manifestanti ritornavano verso l’università, Francesco Lorusso e altri incappano negli stessi agenti provenienti da via Irnerio, partono raffiche di mitra, un agente estrae una pistola calibro 9mm la quale esplode 6-7 colpi in rapida successione: lo sparatore, secondo le testimonianze dei lavoratori della Zanichelli, indossa una divisa senza bandoliera e un elmetto con visiera; prendendo la mira con precisione e calma, poggiando il braccio su un veicolo. Cade a terra colpito mentre fuggiva Francesco, viene soccorso dai suoi compagni e portato in ospedale da un’ambulanza, dove arriverà morto.
Veniamo a dopo l’assassinio, perché a rendere l’omicidio di Lorusso uno dei delitti più importanti dal punto di vista politico di quegli anni, oltre alla gravità della condotta della polizia, sempre più violenta e senza scrupoli, mai epurata dalla cultura del Ventennio, è l’opera di controinformazione che viene immediatamente fatta dagli organi di movimento, primo fra tutti Radio Alice, una delle principali emittenti della sinistra extraparlamentare.
Non solo Radio Alice smentisce fin da subito la versione ufficiale dei fatti, quella di un’aggressione violenta ad una assemblea di CL, ma provvede a promuovere il concentramento di militanti e simpatizzanti della sinistra extraparlamentare e non in piazza, in pochi minuti nel pomeriggio dello stesso giorno ottomila persone manifestano contro la morte di Lorusso, nei pressi della sede della DC il corteo si dividerà in diversi blocchi che andranno ad occupare la Stazione Centrale e la zona universitaria.
Le ritorsioni della polizia non si faranno attendere, nella notte tra l’11 e il 12 marzo diversi saranno gli arresti e le perquisizioni domiciliari. La sera del 12 marzo Radio Alice paga la sua indipendenza e viene sgomberata in diretta radio dalla polizia.
Di seguito la morte di Lorusso nelle parole di Mauro Collina, ex militante di Lotta Continua e l’audio dello sgombero di Radio Alice.