di Emilio Robotti*
Il 13 marzo A.Li.Sa. (AGENZIA LIGURE SANITARIA della Regione Liguria con compiti di coordinamento della Sanità Regionale in Liguria) ha emanato la delibera n. 90, “Determinazioni in ordine all’emergenza epidemiologica da COVID-19 nei servizi sanitari e sociosanitari afferenti all’Area Territoriale della Aziende Sociosanitarie Liguri e nei servizi sociali. “.
Ecco cosa prevede per le persone senza fissa dimora.
15. Dormitori per l’accoglienza notturna di persone senza fissa dimora
Al fine di contenere il rischio di contagio nell’ambito di una categoria di popolazione estremamente fragile, in ragione del principio di “riduzione del danno” i dormitori restano chiusi, salvo i casi in cui sia possibile garantire la presenza di un numero di persone per stanza compatibile con le esigenze delle distanze di sicurezza.
Preferiamo non chiederci quale sia la riduzione del danno a cui si mira.
Ma in ogni caso, tutti noi che un posto dove stare lo abbiamo, siamo obbligati a stare in casa per l’incolumità nostra e della collettività, tenuti a portare una autocertificazione per uscire di casa, cosa possibile solo in situazioni di necessità.
Le persone senza dimora, nel caso acquisissero la residenza in questi giorni, non potranno secondo le disposizioni della delibera, essere iscritti all’anagrafe sanitaria, scegliere il MMG e via dicendo.
Ma soprattutto vagheranno per le strade, passibili di sanzione come accaduto a Lambrate in questi giorni. In un momento in cui a tutti/ è imposto di non circolare, a loro non si da nemmeno la scelta di trasgredire: li si fa trasgredire direttamente, si decide per loro.
Se chiedessimo ai vertici dell’Azienda Sanitaria Regionale Ligure il perché, probabilmente ci verrebbe risposto che non è problema loro, è competenza di altri, ovvero delle Amministrazioni comunali.
Risposta sbagliata: dovreste dire che, ove gli attuali dormitori siano inadatti all’emergenza, ne vanno aperti altri immediatamente con il rispetto delle norme di sicurezza contro il contagio da COVID 19.
E allora chiediamo al Sindaco di Genova e della città Metropolitana e agli altri Sindaci della Liguria, se seguiranno le indicazioni regionali.
Chiediamo cosa state facendo per garantire che i senza dimora abbiano la possibilità di usufruire di dormitori in questo momento in cui essere in strada è consentito solo in casi di comprovata necessità, tra i quali non è prevista la pura e semplice povertà? Cosa state facendo perché anche le persone senza dimora possano godere almeno del minimo dei diritti costituzionali? Cosa state facendo, voi massima autorità sanitaria sul territorio comunale, per garantire la salute delle Persone Senza Dimora rispettandone la dignità e per tutelare la salute collettiva?
*Avvocato, Associazione Giuristi Democratici di Genova